In questa guida spieghiamo come scegliere i pigmenti in polvere e come utilizzarli.
Molto spesso quando si visitano i negozi dedicati alle belle arti, si finisce per incontrare i pigmenti in polvere. Questi piccoli botticini pieni di colore però, non sempre sono facili da utilizzare, e se non mescolati con le giuste sostanze possono portare ad una perdita di tempo e di denaro non indifferenti. A cadere vittima del fascino di un prodotto come questo infatti, non sono tanto i pittori navigati, quanto piuttosto artisti in erba e principianti di tutte le età. Questa guida quindi, nasce con l’obiettivo di rispondere a due domande molto gettonate tra gli appassionati dei pennelli: cosa sono i pigmenti in polvere e come utilizzarli?
Passo dopo passo, imparerai così a conoscere tutti i segreti di questi favolosi materiali pittorici, arrivando a comprendere come inserirli nei tuoi lavori e come farli risaltare al meglio. Chi l’ha detto infatti che la pittura passi solo per l’olio o per la tempera? Se anche tu sei stanco di attingere a tavolozze preconfezionate, tuffati insieme a noi nel mondo dei pigmenti in polvere.
Pigmenti in Polvere – Cosa Sono
Il termine pigmento nel linguaggio comune è spesso utilizzato per indicare in modo generico un colore. In realtà però, nella disciplina pittorica si fa riferimento a questo termine con l’obiettivo di indicare uno specifico materiale di consistenza polverosa.
In pittura il pigmento è una sostanza di origine organica o inorganica, insolubile in acqua e, a seguito della miscelazione con un legante, capace di legarsi ad un supporto (legno, stoffa, ceramica) meccanicamente.
I pigmenti si differenziano dai coloranti proprio per questo aspetto. I coloranti infatti, si legano chimicamente ai materiali sui quali vengono applicati, e possono essere disciolti in acqua o in un solvente.
Normalmente, i pigmenti sono venduti in barattolini da pochi grammi ciascuno, in quanto presentano un forte potere colorante. Ma vediamo più da vicino le varie tipologie di pigmento esistenti cercando di comprenderne le principali differenze.
La storia dei pigmenti si intreccia con quella umana dall’alba dei tempi. In epoca antica infatti, queste colorazioni erano ricavate dalla selezione spontanea di materiali presenti in natura, come per esempio le pietre. Ecco quindi che pigmenti oggi noti con i nomi di Terra, come Terra di Siena, Terra Verde, devono la loro denominazione proprio a questi processi antichi: uomini e donne infatti erano soliti macinare piccole pietre di argilla o di altra composizione, ottenendo polveri sottili con cui poi andavano a colorare legno, pareti rocciose e altri supporti.
Un discorso analogo può essere fatto per quella che da sempre è stata la selezione di pigmenti organici, ovvero derivanti da animali o piante. Nei prossimi paragrafi illustreremo nel dettaglio le caratteristiche di entrambi, aggiungendovi un’ulteriore categoria.
Tipologie Pigmenti
I pigmenti possono essere classificati in organici, inorganici e sintetici
Pigmenti organici
Con questo termine ci si riferisce a tutti quei pigmenti ottenuti dalla lavorazione o dall’estrazione a partire da piante o animali. Fanno parte di questa famiglia i colori estratti da fiori, insetti, ma anche molluschi, bacche o affini. Data questa loro peculiarità, spesso si tratta dei pigmenti più rari e costosi, oggi fortunatamente sostituiti dalle varianti sintetiche. In questo modo, è possibile ottenere il medesimo risultato di colorazione senza andare ad influire in modo troppo incisivo sulla salute delle specie viventi e dell’ambiente. Alcuni dei più celebri pigmenti organici includono
-Porpora, in passato ottenuto da molluschi
-Indaco, in passato ottenuto dalla foglia dell’Indigofera Tinctoria
-Carminio
-Giallo indiano
-Nero Vite.
Un utilizzo massiccio di queste sostanze è stato fatto dall’antichità fino all’epoca della rivoluzione industriale, anche se oggi seguendo determinate procedure cruelty free alcuni artigiani riescono a produrne in piccole quantità con i dovuti permessi.
Pigmenti inorganici
I pigmenti inorganici sono invece attualmente ancora pienamente in voga, e rappresentano il prodotto della macinazione di terre particolari. Si tratta di tutti quei pigmenti che al loro interno sono privi di carbonio.
I processi di estrazione di questi affascinanti colori sono rimasti quasi invariati a livello artigianale, mentre su scala più ampia comprendono oggi la precipitazione, la sublimazione e altri procedimenti chimici.
Fanno parte dei più conosciuti pigmenti inorganici il blu cobalto, il bianco di zinco, l’ossido di ferro, il giallo cadmio, la Terra di Siena, la Terra d’Ombra ecc..
Pigmenti sintetici
Eccoci arrivati alla categoria di pigmenti di più recente elaborazione, ovvero quelli sintetici. Essi sono il frutto di nuove tecniche industriali sviluppate nel Novecento, e sono tuttora al centro delle ricerche nel campo artistico ed industriale.
Questa categoria di pigmenti può essere ulteriormente suddivisa in pigmenti sintetici organici e pigmenti sintetici inorganici; i primi contengono infatti composti derivati dal catrame, mentre i secondi derivano da diversi tipi di metallo.
Grazie ai pigmenti sintetici è oggi possibile coprire un infinito spettro di colori senza danneggiare l’ambiente. Alcuni dei colori più conosciuti sono il Blu egiziano, il Blu di Prussia, l’ultramarino, e molte varianti di rossi, neri, ma anche gialli e marroni.
A prescindere dalla tipologia di pigmento analizzato, viene poi applicato a ciascun colore un riconoscimento ben specifico, solitamente composto da sigle che comprendono lettere e numeri. La catalogazione dei pigmenti è molto utile, in quanto consente a commercianti, artigiani ed artisti di riconoscere velocemente il prodotto desiderato anche tra molti.
La classificazione impiegata nello specifico, è detta “indice internazionale dei coloranti”, e comprende nove differenti gruppi di colori definiti famiglie. Eccola qui di seguito riportata nella sua interezza
-Pigmenti metallici, PM
-Pigmenti bianchi, PW
-Pigmenti neri, PBk
-Pigmenti marroni, Pbr
-Pigmenti gialli, PY
-Pigmenti arancioni, PO
-Pigmenti rossi, PR
-Pigmenti viola, PV
– Pigmenti verdi, PG
A fianco di ciascuna di queste sigle poi, viene indicato un numero arabo composto da due cifre, che identifica un colore specifico. Il blu cobalto per esempio, viene indicato come PB28.
Il codice si trova su qualsiasi contenitore ufficiale che trovi in commercio.
Come Utilizzare i Pigmenti
Dipingere con i pigmenti richiede una determinata preparazione. Come anticipato infatti, queste sostanze non possono essere disciolte in acqua come accade con i coloranti in polvere, e quindi per assumere una consistenza che si possa stendere a pennello o con altri attrezzi devono necessariamente essere legati a sostanze diverse. Farlo è molto semplice, in quanto ti basta mescolare tra loro leganti e pigmenti dentro una ciotola o un contenitore dai bordi alti.
I prodotti che ti consentono di ammorbidire le polveri sono detti leganti. In commercio ne esistono di varie tipologie, e ciascuno di essi può conferire al lavoro finale un effetto diverso. I leganti sono anche detti medium, e presentano una consistenza più o meno liquida o pastosa. Vediamo quindi quali sono i più diffusi e come fare per usarli al meglio.
Pigmenti e medium trasparente
Se vuoi creare un colore più delicato e non coprente, il consiglio è di mescolare tra loro il pigmento prescelto ed un medium trasparente. In questo modo, otterrai un colore tenue che farà risaltare la superficie del supporto prescelto. Si tratta di un mix molto in voga tra chi ama dipingere su legno, in quanto permette di intravedere in modo netto le venature di quest’ultimo. I medium trasparenti possono essere lucidi o opachi, e ciascuno di essi presenta caratteristiche a sé. Per capire quanto pigmento ti serva, dovrai fare dei tentativi con piccole quantità di materiale, oppure consultare guide specifiche del marchio prescelto.
Pigmenti e medium bianco
Se il tuo obiettivo è invece quello di dare vita a colori intensi e coprenti, dovrai ricorrere senza dubbio ad un medium bianco. Data la sua colorazione, questo legante richiede un uso più massiccio di pigmento poiché tende ad attenuarne l’intensità. Grazie al medium bianco è possibile ottenere risultati molto accesi, capaci di sostituire del tutto anche i classici tubetti o barattoli di acrilico. Se ti piace sperimentare con le tinte, si tratta di un’ottima soluzione per creare le tue personalissime versioni dei colori più diffusi.
Pasta di stucco e pigmenti
Un ulteriore metodo per usare i pigmenti consiste nel legarli a quella che nel settore è conosciuta come pasta di stucco. Si tratta di una sostanza di colore grigio che può conferire un aspetto più traslucido al risultato finale, e che permette di ottenere consistenze più dense rispetto ai medium tradizionali.
Ci sarebbe ancora moltissimo da dire sui pigmenti. Quanto riportato finora tuttavia è sufficiente per introdurre i neofiti all’argomento senza caricarli di nozioni e informazioni eccessive. Speriamo che con il nostro aiuto anche tu inizierai a giocare con i pigmenti, dando libero sfogo alla tua fantasia.
Pigmenti in Polvere più Venduti
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Ultimo aggiornamento 2024-10-14 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API