In questa guida spieghiamo come dipingere a tempera.
Occorrente
La pittura a tempera, fra le tecniche più antiche, continua ad essere ancor oggi largamente usata nella pittura di cavalletto, nella decorazione, nella scenografia, nel cartellonismo, nelle illustrazioni di libri e riviste e per altri usi. Risulta essere una pittura prevalentemente opaca, vivace e di rapido essiccamento. Le polveri colorate vengono impastate e talvolta anche diluite con leggere soluzioni di colle animali, gomma arabica o dragante (guazzo), con tuorlo d’uovo, uovo intero o albume, amido, latte, siero di sangue, vinavil, ecc.
Qualsiasi superficie debitamente preparata è adatta a ricevere le tempere, ma in particolare sono indicate le carte, le tele, le tavole, i compensati e i pressati in genere, gli intonaci e altre superfici. La carta in blocchi, in fogli volanti o incollata a cartoni è la più usata e in particolare quella liscia o poco ruvida, bianca e robusta da pacchi può servire per fare bozzetti, reclame e piccoli scenari.
La carta inumidendosi tende più o meno a incurvarsi perciò conviene sempre incollarla ad un telaio o fermarla lungo i margini ad una tavola, e poi bagnarla in modo che asciugando abbia a tendersi perfettamente (come già detto per gli acquerelli). In commercio si trovano dei cartoni da tempera che senz’altro consiglio.
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Per dipingere su tela, tavola, compensati o altri pressati occorre fare una leggera preparazione con gesso e colla di coniglio, o con gelatina, sciogliendola a bagnomaria; normalmente si usano gr. 60-70 di colla per un litro d’acqua. In un recipiente a parte si mette del gesso di Meudon, o gesso spento da doratori, finemente polverizzato, vi si versa un poco di colla ancor calda e con un mestolino di legno si rimescola in modo da ottenere un impasto molle ed omogeneo. Si aggiunge quindi altra colla fino ad ottenere una soluzione discretamente densa. Con una pennellessa si applica la soluzione ancor tiepida su tutta la superficie da dipingere, si lascia seccare e vi si passa della cartavetrata fine per togliere ogni asperità.
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Per la tempera si usano pennelli di martora, di puzzola, di vajo e di setola. Bastano comunque pochi pennelli per lavorare e ovviamente la loro grossezza varierà a seconda delle dimensioni del quadro. I pennelli conici sono indispensabili per l’esecuzione di piccoli quadretti e per dipingere dei particolari, ma per delle impressioni e quadri di larga impostazione sono indispensabili i pennelli di setola piatti o a lingua di gatto.
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Le tavolozze da tempera sono in genere di ferro smaltato, di porcellana, di legno, di plastica, ma lavorando nello studio può servire bene anche una lastra di vetro finemente smerigliato.
Elenco colori
I colori —È superfluo l’acquisto di molti colori. Indico fra tutti quelli che offrono una maggior resistenza e inalterabilità anche nelle mescolanze.
-Bianco di zinco o di titanio.
-Giallo di cadmio chiaro, limone e scuro
-Ocra gialla
-Terra di Siena naturale e bruciata
-Rosso di Pozzuoli
-Rosso cinabro o vermiglione
-Carminio
-Rosso garanza scuro
-Terra verde
-Verde Veronese (imitazione)
-Verde smeraldo
-Bleu di cobalto chiaro e scuro
-Violetto minerale
-Bruno Van Dyck
-Nero d’avorio
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È da tener presente che i colori a tempera e a guazzo ( tempera di gomma) asciugando schiariscono un poco, perciò nell’esecuzione occorre precalcolarli in modo da ottenere a lavoro finito le giuste intonazioni.
Riguardo alla disposizione dei colori nella tavolozza non è necessario seguire scrupolosamente un ordine, ma per poter lavorare più speditamente occorre disporli razionalmente cioè i colori più chiari e delicati è bene metterli da un lato e quelli più scuri e le terre da un altro, lasciando un largo spazio per poter fare agevolmente le mescolanze.
I colori a tempera si trovano in commercio già confezionati in tubetti, in flaconi e in godets; ma volendo si possono facilmente comporre mescolando i pigmenti finemente polverizzati con della colla leggera di coniglio o di gelatina, preparata a bagnomaria, oppure con acqua gommata per lavorare a guazzo. I colori devono essere diluiti con l’acqua in modo da ottenere la giusta consistenza cioè non devono essere né troppo liquidi né troppo densi perché nel primo caso non coprirebbero bene e nel secondo screpolerebbero essiccando.
La tempera, pur essendo nella sua peculiare caratteristica una pittura coprente, può essere usata allungando con acqua i colori in modo da trattarla come l’acquarello e di questo prende l’aspetto, ma se eccezionalmente, per una particolare esigenza, si viene a modificare il normale metodo, bisogna evitare di cadere nella scorretta abitudine di usare la tempera al posto dell’acquarello. Nella tecnica a tempera bastano tre o quattro pennelli e naturalmente occorre sempre lavarli bene passando da un colore all’altro.
Prime esercitazioni
Nella tempera, come nell’acquarello, è molto utile, da principio, esercitarsi con un solo colore ombreggiando dei soggetti facili di natura morta, paesaggio o figura. Si può in seguito dipingere con due colori, ad esempio con un giallo e un bruno, un rosso e un bleu, un verde e un seppia e successivamente dipingere con tre colori, arancione, bleu e giallo; violetto, giallo e verde scuro,
e infine con quattro colori: bleu, giallo, rosso e verde scuro, oppure con terra di Siena naturale, violetto e bleu oltremare,
o con altri gruppi. Come ho già detto nella prima parte del libro, occorre sempre dare la preferenza ai soggetti più semplici
e assimilabili e che abbiano per noi un certo interesse. Un vasetto con pochi fiori, delle frutta disposte nella giusta luce, degli oggetti di uso comune possono essere espressi col disegno
e con i colori nel modo più brillante.
Nelle vostre prime esercitazioni cercate di essere il più possibile aderenti alla realtà copiando dal vero. Disegnando un soggetto cercate di farne una buona interpretazione lineare e volumetrica studiando con cura le ombre e le luci, in tal modo riuscirete a fare un buon lavoro anche con i colori. In seguito, quando avrete acquistato una certa padronanza della tecnica, potrete esprimervi più liberamente nella forma e nei colori per una vostra più confaciente esigenza personale, ma al momento, ripeto, siate il più possibile aderenti al vero con il preciso scopo di apprendere meglio il così detto « mestiere » ed anche per affaticarvi di meno.
Con la tempera si può dipingere anche su superfici colorate o addirittura nere, ma per ottenere una pittura particolarmente luminosa è bene usare dei fondi bianchi. I disegno di un motivo può essere eseguito con un tratto più o meno marcato poiché con la tempera verrà facilmente coperto. Al contrario per l’acquarello che, come abbiamo visto, è una pittura trasparente, il contorno di un motivo dev’essere assai leggero affinché non abbia a trasparire attraverso i colori.
Le tavole 40 e 41 dimostrano il procedimento per dipingere dei rosolacci. Si può iniziare applicando subito le tinte più scure o riempiendo il disegno con una tinteggiatura generale intermedia e, fatta asciugare, applicare le ombre, e i chiari.
Procedimenti Pittorici
Le tavole 42 e 43 sono state eseguite su cartoncino Bristol. Procedimento:
1) disegno a penna con inchiostro seppia
2) tinteggiatura del fondo con grigio (bianco di zinco e nero)
3) tinteggiatura dei funghi con rosso cinabro e giallo cadmio
4) ombra dei funghi sul piano
5) ultimi ritocchi a finire con rosso carminio e bruno Van Dyck.
I colori nelle parti di maggior rilievo (chiari) sono stati applicati più a corpo, cioè in soluzione più densa, che non nelle parti più scure (ombre).
Le tavole 44-47 mettono in evidenza il procedimento pittorico per l’esecuzione di un paesaggio:
1) disegno schematico a penna
2) tinteggiatura iniziale di fondo per gli alberi, i fabbricati e la strada
3) applicazione generale delle tinte di fondo e primo accenno di ombreggiatura delle piante
4) applicazione definitiva delle tinte per le ombre e i chiari e infine ricerca dei particolari.
I colori usati sono: giallo di cadmio chiaro, rosso cinabro e rosso di garanza chiaro, terra di Siena naturale e bruciata, verde smeraldo, bruno Van Dyck e bianco di zinco.
Le tavole 48-51 sono state eseguite col seguente procedimento:
1) schizzo a penna sul vero con qualche annotazione dei colori
2) tinteggiatura iniziale dei vari elementi
3) tinteggiatura definitiva
4) rafforzamento delle tinte specialmente nel primo piano e ultimi ritocchi a finire.
I colori usati sono: rosso di garanza chiaro, vermiglione, verde Veronese giallo cadmio limone, terra di Siena naturale, bleu di cobalto chiaro, bruno Van Dyck, nero d’avorio e bianco di zinco.
Ricette Utili
Tempera a colla
I colori finemente polverizzati debbono essere impastati con la spatola sulla pietra di porfido, o su una lastra di vetro smerigliato con soluzioni di colla di coniglio, di pesce o di gelatina, e all’atto di dipingere si allungano con acqua.
Tempera a guazzo
I pigmenti si impastano con una leggera soluzione di gomma arabica o dragante e si diluiscono con l’acqua. Per ottenere dell’acqua gommata si mette della gomma in polvere in un piccolo sacchetto di garza raddoppiata che si pone in un piccolo vaso o grosso bicchiere contenente acqua in modo che si sciolga lentamente.
Tempera d’amido
È molto indicata per dipingere motivi decorativi, pannelli, scenari, quinte, ecc. — Preparazione della colla d’amido: — si impasta l’amido a freddo con poca acqua in modo da ottenere un impasto denso e senza grumi, poi si aggiunge ancora dell’acqua ottenendo così una soluzione lattiginosa; si pone allora il recipiente sul fuoco e rimescolando di continuo si fa bollire per cinque minuti.
Le proporzioni usuali sono di circa una parte di amido e quindici parti d’acqua. Se la colla serve per allungare le paste colorate (i colori in tal caso debbono essere impastati con acqua) occorre aggiungere alla colla un po’ d’acqua in modo da ottenere una soluzione leggermente appiccicosa al tatto. La colla d’amido può essere conservata più a lungo aggiungendovi un poco d’allume in polvere e agitando il tutto con un mestolino.
Volendo dipingere a tempera su tela degli scenari o cartelloni reclame non è indispensabile fare una preparazione a gesso e colla, ma basterà applicare i colori amalgamandoli con della colla d’amido e gessetto spento da doratori. Si procede in questo modo: le polveri colorate unitamente a piccole parti di gessetto si impastano con acqua pura per mezzo di una spatola in modo da ottenere delle paste molli e lisce come burro, poi d’ogni colore se ne prende di volta in volta quanto occorre e si mette nella tavolozza, e col pennello imbevuto di colla d’amido debitamente allungata con acqua, si prepara il colore in modo che non sia né troppo liquido né troppo denso; infatti i colori troppo allungati con acqua tenderebbero a colare e ovviamente non avrebbero un normale potere coprente, mentre al contrario quelli troppo densi screpolerebbero seccando, né avrebbero la dovuta adesione al tessuto.
Si può agevolmente dipingere scenari e reclame su tela anche mescolando i pigmenti con deboli soluzioni di colla di coniglio, caseina, gomma arabica o vinavil.
Tempera grassa al tuorlo d’uovo
Gli antichi dipingevano su tavole e tele preparate a gesso e colla usando come agglutinante dei colori il tuorlo d’uovo, ottenendo invero come risultato una pittura particolarmente luminosa e vellutata. Un metodo semplificato e ancor oggi usato è il seguente: le polveri colorate devono essere mesticate con acqua pura usando una pietra di porfido od anche una lastra di vetro finemente smerigliato e una spatola d’osso; gli impasti devono risultare della consistenza del burro; a parte si sbatte un tuorlo d’uovo con un poco d’acqua, circa 30 cc., poi si aggiungono circa 15 cc. di aceto bianco di vino e si rimescola bene la soluzione che deve servire per temperare i colori.
Altra ricetta utile è la seguente: amalgamare un tuorlo d’uovo con gr. 30 di gomma arabica finemente polverizzata e un mezzo bicchier d’acqua, aggiungere poco aceto bianco di vino od anche alcool puro. Con questa soluzione si impastano i colori e si allungano quanto occorre con acqua pura.
Pittura a tempera su muro
Per dipingere a tempera su muro occorre prima prepararlo con una mano di gessetto di Meudon e colla debole di coniglio, oppure, ancor meglio, passare sul muro una mano di pittura opaca sintetica. La colla di coniglio si ottiene immergendo per 24 ore gr. 80 di laminelle in un litro d’acqua, poi riscaldando a bagnomaria fino a completa soluzione.
Le proporzioni di gesso e colla debbono essere calcolate in modo da ottenere una soluzione discretamente densa; si applica sul muro mentre è ancor tiepida usando una pennellessa e quando la superficie è perfettamente asciutta si leviga con cartavetrata. Volendo dipingere con i colori stemperati con colle animali o con amido è preferibile usare come bianco del gessetto di Meudon o bianco da doratori. Se la superficie da dipingere non è grande conviene usare dei colori in tubetti o in flaconi già confezionati.
Tempera al chiaro d’uovo.
Si sbatte energicamente la chiara con la quale si impastano i colori e si diluiscono con l’acqua. Usando questa tempera su muro si consiglia di applicare sul dipinto bene asciutto una mano di aceto bianco di vino allungato con un poco d’acqua.
Imitazione dell’affresco.
Con la pittura a tempera è possibile ottenere delle buone imitazioni di affreschi procedendo in questo modo: si preparano compensati od altri pressati di un certo spessore, o addirittura delle tavole, con tre mani di gesso e colla e quando la superficie è ben secca si traccia il disegno di contorno del motivo da riprodurre. Con un chiodo, o un punteruolo, si scalfisce il gesso seguendo il tratto del disegno, poi si esegue il dipinto allungando i colori leggermente più del consueto.
Il gesso assorbe molto la tempera e la rende particolarmente opaca, e volendola rendere ancora più chiara la si può lavare delicatamente usando una spugna. Si consiglia poi di applicare una vernice di protezione magra o grassa, come si preferisce.
Tempera al vinavil.
Questa colla a freddo usata dai falegnami si presta bene per impastare e diluire le polveri colorate; naturalmente occorre allungarla in modo opportuno con acqua. Col vinavil in soluzione debole, cioè molto allungato con acqua, mescolato col gesso di Meudon si possono preparare tele, cartoni, pressati in genere e tavole per dipingervi a tempera.
Verniciatura delle tempere.
Le tempere si possono verniciare con le comuni vernici in uso per la pittura a olio e di questa vengono a prenderne aspetto. È da tener presente che i colori a tempera, specialmente quelli più scuri, si abbassano di tono.