La scultura ornamentale è destinata prima di tutto a decorare i mobili e i pannelli di legno da falegnameria. Utilizza essenzialmente elementi geometrici organizzati in fregi o in fondi.
Il lavoro di decorazione è antichissimo: risale alle origini stesse della storia del mobile e passa per l’apice rappresentato dalla decorazione di pannelli di legno nel Medio Evo, i cosiddetti rosoni gotici. In seguito, i mobili sono stati ampiamente ornati con sculture in rilievo più o meno pronunciate, integrando persino degli elementi a sbalzo. Per gran parte delle opere ornamentali si utilizza la tecnica della scultura “a tacche”, che consiste nel giustapporre delle tacche a punta di diamante per formare diverse linee, fregi o figure.
La scultura ornamentale si serve di elementi geometrici, generalmente codificati; è in questo modo che si rubricano i denti di sega, le scaglie, le borchie, i bisanti, le perle, le intrecciature, ecc. Si incontrano anche ornamenti ispirati alla flora, più o meno stilizzata, tra i quali i più importanti sono la foglia di acanto, di quercia odi lauro, la palmetta o il fiorellino, i frutti (cornucopie dell’abbondanza), per giungere al fiore di giglio.
Che altro si trova? nastri, conchiglie. cartigli e tutto un bestiario: teste di cane, di pesce, di aquila, grifoni, sfingi, draghi, ecc.
Per iniziare, vi proponiamo la realizzazione di una semplice scultura ornamentale su un piccolo pannello di legno con rosone centrale e bordo ornati di modanature a cordone.
Mentre la decorazione dei mobili originariamente era scolpita direttamente nel legno, in seguito sono stati utilizzati dei pannelli che vengono poi riportati sui mobili, tramite incollatura e inserimento di tasselli. I motivi che vi proponiamo qui sopra sono piuttosto semplici: si tratta di elementi geometrici o floreali stilizzati. In alto, al centro, il cerchio è ornato di tacche a punta di diamante. A fianco, a sinistra, il motivo detto pergamena pieghettata”, che è apparso nell’arte gotica e si è evoluto in seguito. Sopra, il rosone, eseguito con la tecnica del traforo che gli conferisce una notevole leggerezza.
Riporto
Quando il disegno realizzato su cada quadrettata vi soddisfa, occorre accoppiarlo ad un foglio di carta carbone per riportarlo sul legno.
Posizionatelo correttamente sul pannello di legno, basandovi sulla carta quadrettata. Fissate quindi ai quattro angoli con delle puntine.
Con una matita dura e ben appuntita ripassate accuratamente, esercitando una certa pressione, tutte le linee del motivo da riprodurre.
Scultura del rosone
Abbiamo scelto un pannello di quercia, abbastanza facile da lavorare perché con fibre diritte e durezza media. Potrete anche optare per il tiglio, più tenero e con meno problemi di fibre. Va bene anche il mogano, anche se le fibre sono spesso irregolari. Il pannello deve essere levigato accuratamente, operazione che vi faciliterà il riporto del disegno. Fissate il pezzo sul banco da lavoro con un morsetto, interponendo una zeppa di legno per non segnarlo. Intagliate quindi le linee del disegno con uno scalpello ben affilato. Girate attorno al pezzo o girate il pezzo stesso sul banco per attaccare il legno, per quanto possibile, lungo le fibre. Se il legno è molto duro, utilizzate la mazzetta. L’intaglio deve avere una profondità di 3 mm.
La tappa successiva consiste nel modellare il disegno del rosone, vale a dire scavare per mettere in rilievo la stella centrale. Eseguite questo lavoro con una sgorbia leggermente curvata (sgorbia piatta), spinta verso gli intagli. Trafori
Per conferire una maggiore leggerezza al rosone, realizzate dei trafori attorno al motivo, invece di abbassare i fondi come in un bassorilievo. Segnate in modo preciso con la matita i contorni di questi trafori.
Tagliate i contorni con un seghetto da traforo, una sega a nastro o anche un seghetto alternativo. Praticate dei fori per farvi passare la lama della sega.
Tracciato della modanatura sul bordo
La modanatura a cordone costituisce un motivo ornamentale che si ritrova nello stile romanico, gotico e barocco. Queste modanature possono ricevere una finitura più o meno elaborata, infatti il cordone è modellato in maniera meno stilizzata nello stile barocco di quanto non lo sia nel romano o nel gotico. Si esegue sui bordi del pannello che alla fine avrà un aspetto a rilievo. Questo lavoro richiede un tracciato preciso e rappresenta un buon esercizio per l’uso di sgorbie e scalpelli.
In tutti i lavori di scultura ornamentale, il disegno e il tracciato hanno un ruolo essenziale e devono essere realizzati con molta attenzione. Per esercitarvi, potrete tracciare diversi motivi geometrici, quali scaglie, intrecci, perle, ecc. Avrete l’occasione di utilizzare tutti gli utensili per tracciare dello scultore: compasso a spessore, compasso rapportatore a punte fisse, squadra falsa. Iniziate tracciando la linea centrale del bordo, a mano libera o con la riga, per equilibrare la scultura. Per eseguire il tracciato, vi servirete di un compasso a punte fisse e di una falsa squadra. Regolate il compasso prendendo come base lo spessore del pannello: il cordone avrà in tal modo lo stesso spessore del pezzo di legno, il che conferirà un aspetto equilibrato al motivo.
Potete tuttavia variare lo spessore a seconda dello stile adottato: dei cordoni più stretti si adattano meglio ad un rosone fine e molto elaborato. Non è necessario che lo spessore dei cordoni corrisponda a un numero intero di spire, in quanto potrete arrotondare l’estremità. Segnate dei punti di riferimento lungo il bordo sulla linea centrale.
Regolate la falsa squadra secondo un angolo di 40° con un rapportatore. Mettetela quindi sul bordo, con il braccio appoggiato sulla faccia a vista: eseguite un tracciato tirando una serie di linee parallele passando sui punti di riferimento. Continuate il tracciato prolungando le linee sulla faccia a vista e appoggiando il braccio della falsa squadra sul bordo, sempre secondo un angolo di 40 gradi.
Esecuzione con la sega e gli scalpelli
Con una sega a dentatura fine (sega a dorso), praticate una serie di intagli sul bordo, seguendo i tracciati ad una profondità di circa 3 mm (il pezzo è immobilizzato verticalmente nella morsa). Iniziate scolpendo gli smussi curvi con lo scalpello o la sgorbia piatta e scavando da una parte all’altra degli intagli. Lavorate nel senso delle fibre: per questo dovrete girare il pezzo di legno nella morsa. In questa fase, si esegue solo un’abbozzo della forma. Passate quindi alla modellatura della parte dei cordoni sulla faccia a vista del pezzo di legno. Iniziate tracciando una linea che limita l’altezza del motivo. Nel nostro caso ci siamo basati sullo spessore del bordo, in quanto i cordoni sono inscritti in un quadrato. Mettete il pezzo in posizione orizzontale sul banco da lavoro e bloccatelo con dei morsetti. Eseguite, come in precedenza, una serie di intagli con la sega, tenendo l’utensile a 30° circa. Lavorate quindi con uno scalpello per modellare gli smussi curvi sulla faccia a vista. Aprite un intaglio sotto il motivo con lo scalpello. In fase di finitura, arrotondate il più possibile le spire con lo scalpello e la sgorbia, quindi levigate.
Finitura
Quando gli smussi curvi corrispondenti alle spire dei cordoni sono ben modellati e le divisioni risultano nette, si passa all’ultima fase, vale a dire la finitura.
Lo scultore conclude la modellatura delle forme con delle raspe a punta fine che lasciano pochi segni sul legno, e con delle lime curve: questi utensili sono costituiti da un’asta metallica che termina con una raspa alle due estremità. Si trovano delle lime curve di varie forme, a seconda dell’uso al quale sono destinate. Lavorate con la raspa e le lime curve per conferire la forma definitiva alla scultura su bordo. Lavorate sempre nel senso delle fibre, perché in caso contrario rischiereste di fare dei segni profondi, difficili da eliminare, o addirittura di strappare le fibre. In seguito, rifinite con carta vetrata tenuta tra le dita. Levigate con cura per ottenere una superficie perfettamente liscia. In una scultura di questo tipo, le tracce degli utensili non devono essere visibili.
L’ultima fase consiste nel dare al legno un trattamento definitivo. In certe essenze, è meglio applicare un turapori (soprattutto nel caso del rovere). Si può dipingere, se la destinazione del pannello lo richiede, con del mallo di noce o una vernice impregnante. La scultura verrà quindi incerata con uno strato leggero di cera d’api diluita nella trementina. Infine, lucidate con una spazzola morbida.
Affilatura degli utensili
Il legno non si lascia modellare molto facilmente, e per realizzare delle opere decorose è indispensabile lavorare con utensili perfettamente affilati, che tagliano mentre scivolano sul legno. Per riaffilare i biselli sbrecciati o per affilare l’utensile quando è nuovo, si utilizza una molatrice elettrica. L’affilatura con la mola deve in ogni caso essere eseguita, periodicamente, su tutti gli utensili. I biselli delle sgorbie e degli scalpelli presentano un angolo di 30 gradi. Dovrete quindi tenere il ferro dell’utensile secondo questo angolo rispetto alla mola.
L’affilatura con la mola lascia una sottile striscia metallica all’estremità del bisello. Per eliminarla, si utilizza una pietra a olio (cote). Si lubrifica la pietra con dell’olio per macchina e si passa il bisello del ferro inclinandolo secondo il suo angolo. Effettuate una serie di passaggi a 8 da ogni lato. Questo lavoro va effettuato ogni volta che il lato tagliente dell’utensile perde il filo; è per questo che la pietra a olio deve trovarsi nelle vicinanze della scultura che si sta realizzando. Per l’affilatura dell’interno delle sgorbie e degli scalpelli si utilizzano delle pietre profilate curve o a V, che si tengono in mano. La finitura viene realizzata con una striscia di pelle morbida cosparsa di pasta abrasiva. Provate l’utensile passandolo sull’avambraccio. deve tagliarvi i peli.