In questa guida spieghiamo come scegliere il migliore legno per lavoretti creativi per le proprie esigenze e come trattarlo.
Il legno è un materiale molto versatile e utile nella creatività, ma se non è trattato correttamente può dare luogo a spiacevoli sorprese. I percorsi da seguire per trattare il legno sono due, uno rivolto al legno grezzo ed uno rivolto al legno lavorato. Il legno grezzo è principalmente rivolto ai principianti o per chi non desidera perdere tempo nella rilavorazione di un supporto in legno già trattato in precedenza. Partire da un supporto in legno grezzo è sicuramente la via migliore sopratutto se si è principianti in quanto non è difficile da trattare e riserva meno sorprese nel tempo. Il legno lavorato invece richiede maggiore dedizione nel trattamento preventivo per poi essere decorato secondo il progetto in corso.
Legno Grezzo
Il legno grezzo di supporti destinati alla creatività si può utilizzare tal quale anche se è preferibile un trattamento preventivo per conferire una maggiore resa nel tempo del manufatto. Sono pochi e semplici i passaggi esecutivi.
Levigare il Legno Grezzo
Il supporto in legno grezzo necessita di essere levigato verso le venature del legno per conferire una migliore resa nella stesura dei trattamenti successivi che si intendono applicare. Il primo passaggio consiste quindi nell’utilizzare la carta abrasiva dalla granulometria più grossa e poi raggiungere la granulometria più fine, in modo da uniformare la superficie al tatto. Il legno, essendo un materiale poroso, assorbe facilmente qualsiasi cosa compreso il grasso del sebo della pelle, pertanto è consigliabile utilizzare sempre dei guanti in cotone.
Isolare il Legno Grezzo
Una volta levigato e pulito, il legno, con un panno umido e lasciato ad asciugare, si procede con prodotti isolanti. Nella creatività non è necessario essere meticolosi come per i mobili da restauro o che hanno un compito importante. La colla vinilica diluita è sufficiente per isolare il legno da eventuali problemi di umidità. La colla vinilica diluita si deve asciugare bene tra una mano e l’altra, inoltre è necessario levigare e pulire fino al raggiungimento di una superficie liscia al tatto.
Preparazione del Fondo
Se si desidera mantenere il colore del legno è possibile usare prodotti di fondo coloranti appositi quali il mordente, diversamente si procede con la stesura del gesso acrilico levigando in più riprese fino alla completa uniformità della superficie. Il gesso acrilico permette di ottenere una superficie facile da lavorare per qualsiasi tecnica. in commercio si trova presso il reparto della creatività. Oltre al gesso acrilico è possibile utilizzare anche la cementite per la preparazione del fondo. Sul legno grezzo che si usa per esterni o ambienti umidi quali cantina e bagni è consigliabile passare prima una mano di isolante protettivo fungicida e insetticida e in seguito uno dei fondi appena descritti. Levigare nuovamente e pulire la superficie dalla polvere con un panno in cotone.
Applicazione della Rifinitura
La rifinitura del legno prevede l’applicazione di prodotti che aiutano a conferire brillantezza al manufatto quindi all’uso di vernici all’acqua, vernici a solvente oppure con cere naturali se si vuole mantenere il colore originale del legno. Nella creatività sono consigliati tutti i prodotti all’acqua sia per la praticità d’uso che per la veloce essiccazione senza odori molesti che restano nella propria abitazione. Una tecnica a cui può servire come trattare il legno grezzo è il decoupage.
Legno Lavorato
Il legno lavorato richiede maggiori passaggi di trattamenti preventivi prima di passare alla rifinitura. Come primo passo è necessario pulire dalla patina il mobile da restaurare con acqua calda e poca ammoniaca oppure bicarbonato. Dopo la completa asciugatura si procede con la rimozione della rifinitura originaria.
Rimozione della Rifinitura Originaria
Un mobile già trattato solitamente è provvisto di una patina composta dai precedenti trattamenti e finiture che isolano il legno. Risulta essere quindi è necessario asportare la patina carteggiando il manufatto fino al raggiungimento di una superficie liscia al tatto. Utilizzare un solvente per pulire eventuali sacche di resina affiorate in superficie. Oppure utilizzare dei prodotti chimici appositi per agevolare il distacco della rifinitura originaria, velocizzando cosi il passaggio della rimozione della patina.
Riparare Anomalie del Legno
Se il legno è molto vecchio e presenta fori o righe, è necessario stuccare con normale stucco in polvere in caso si preveda una finitura in smalto. Se si desidera mantenere il colore originale del legno è necessario utilizzare la pasta per legno apposita, scegliendo il colore che più si avvicina, previa prova su pezzi di scarto. Lo stucco però non è pensato per riparare enormi buchi perché con il tempo potrebbe saltare via rendendo inutile il restauro appena eseguito.
Eliminazione Nodi e Fori
I nodi del legno che si presentano malfermi si possono rimuovere dalla loro insenatura in modo da permettere una pulizia con solvente e in seguito la ricollocazione con colla vinilica. In alternativa è possibile riempire il foro con uno stucco a solvente che asciuga rapidamente e si trova in commercio in diverse tinte miscelabili. In commercio esistono prodotti come gli epossidici e i legnoplastici che permettono la modellazione di parti mancanti del legno. In caso di legno molto maltrattato con fori provocati da insetti, è necessario procedere con trattamenti speciali in cui si prevede l’uso di prodotti chimici da iniettare per mezzo di una siringa. Eventualmente si possono otturare i fori con lacche oppure, per interventi superficiali, con pennarelli o pastelli a cera appositi.
Levigare
Dopo la stuccatura e la completa asciugatura del supporto in legno, è necessario carteggiare con la carta abrasiva partendo dalla granulometria più grossa e poi raggiungere la granulometria più fine, per uniformare la superficie. Lavare con uno straccio umido e lasciare ad asciugare, per ottenere una superficie liscia e uniforme, rimuovendo le fibrille. La levigatura deve seguire la venatura del legno, per una migliore presa è utile avere un tampone su cui appoggiare la carta abrasiva. Si consiglia l’uso di guanti in cotone per non rilasciare macchie grasse dell’epidermide sul legno appena reso nudo.
Isolare
Il legno una volta reso nudo dalla patina di rifinitura necessita di un trattamento di base per isolare la superficie dall’umidità. Se si desidera mantenere il colore naturale del legno è necessario stendere una mano di impregnante incolore e poi una di turapori alla nitro che asciuga velocemente lasciando a vista le venature del legno. Questo tipo di trattamento è più consigliato al restauro di un manufatto importante, nella creatività può essere necessario l’uso dell’impregnante solo in caso si intenda collocare l’oggetto in un ambiente umido.
-Impregnanti
I legni duri delle latifoglie richiedono più mani, normalmente tre. Per legni più assorbenti come gli aghifoglie può essere sufficiente anche una sola mano. I legni esotici e resinosi richiedono un lavaggio preliminare con diluente. Per i legni ingrigiti dal tempo si consigliano le tonalità più scure, così come per i manufatti e i rivestimenti esterni. L’impregnante si utilizza per la conservazione profonda del legno, in pratica protegge il supporto da agenti esterni, da insetti e funghi senza alterare la bellezza naturale e senza formare una pellicola superficiale. Utilizzando solo l’impregnante il legno presenta comunque i pori aperti conferendogli una certa permeabilità atta a renderlo più naturale al tatto. L’impregnante si trova in commercio in tonalità neutra oppure colorata con pigmenti resistenti ai raggi ultravioletti, sono miscibili tra loro e si possono rendere tenui con la mescolanza dell’impregnante neutro. Il legno trattato con solo impregnante è molto resistente anche all’esterno con qualsiasi clima, il mantenimento consiste nella pulizia del legno senza la necessità di levigare nuovamente, ma semplicemente con una nuova applicazione. L’applicazione dell’impregnante si può eseguire con il pennello piatto (pennellessa), a spray o per immersione, seguendo le venature del legno. Se si desidera utilizzare l’impregnante colorato è sempre consigliabile passare la prima mano con quello neutro per amalgamare eventuali macchie da assorbimento del legno in zone diverse. La seconda mano si può dare dopo 24 ore e dopo 10/15 minuti una mano di pennellessa asciutta per uniformare la superficie. La terza mano può essere data dopo 4 settimane in modo da permettere una completa asciugatura del legno.
-Turapori
Il legno grezzo per costruzioni importanti spesso necessitano di un trattamento preventivo se si vuole ottenere un manufatto a regola d’arte. La bagnatura è la procedura che permette di sollevare eventuali pelurie (fibrille) superficiali del legno che con la levigatura non si riescono a togliere. La bagnatura consiste nel lavare il supporto in legno con una spugna pulita e acqua fredda subito dopo la piallatura e una prima carteggiatura. La peluria una volta sollevata si impregna di turapori permettendo l’asportazione con una successiva levigatura. Il turapori serve anche come tappo ai pori del legno livellando la superficie. Il poro del legno è come un foro di riciclo dell’aria e il turapori per quanto livelli la superficie non riesce a penetrare a fondo, nel tempo quindi la superficie del legno si sfalda. Per ovviare a questo inconveniente si può utilizzare il turapori molto diluito e ripetere due o tre volte l’operazione prima della levigatura. Il turapori si può stendere a pennello oppure a spray, serve per limitare la naturale assorbenza del legno verso la vernice di finitura.
Preparazione del Fondo
Oltre al metodo sbrigativo del gesso acrilico o della cementite che comunque sono coprenti, esistono anche alternative che non coprono la naturale bellezza del legno. Un prodotto molto usato è il mordente che ha la capacità di fissare il colore sulle fibre del legno esaltando la tonalità di origine. Solitamente è venduto in forma liquida, ma esistono anche versioni in grani cristallini da diluire preventivamente con 100 grammi di mordente per 1 litro di acqua calda. I mordenti sono nati come coloranti naturali derivanti dai vegetali o dai minerali quali thè, mallo di noce, cicoria, curcuma, indaco, cartamo o zafferano, ma nel tempo si è reso indispensabile fabbricare dei prodotti più stabili e quindi chimici derivanti dal catrame (tinte aniline). Le tinte aniline possono essere diluite all’acqua o all’alcool in base alla loro composizione, da leggere sempre in etichetta. Le tinte aniline all’acqua hanno il vantaggio di poter essere miscelati anche con componenti coloranti di origine naturale, mentre le tinte aniline all’alcool hanno il vantaggio di poter essere utilizzate su grandi lastre di legno sottile perché l’evaporazione dell’alcool non permette l’imbarcazione. Nella creatività si consiglia l’utilizzo del mordente all’acqua perché è più facile da stendere senza rischio di provocare antiestetici aloni per inesperienza e inoltre si elimina un ulteriore passaggio di protezione poiché l’alcool tende a deteriorare la colla. Il legno trattato con mordente all’alcool deve asciugare per circa un mese e solo in seguito può essere lucidato. Infine ci sono anche le tinte aniline ai grassi che si possono miscelare alle cere naturali o agli oli per la lucidatura e si utilizzano per ravvivare ulteriormente il colore naturale del legno.
Rifinitura
La cera naturale d’api o di carnauba è un alternativa più valida anche del turapori in quanto riesce a tenere aderenti le fibrille alla superficie. Risulta essere necessario assicurarsi che la cera sia all’encausto ovvero priva di emulsionanti contenenti acqua oppure priva di miscele con paraffina. Un metodo che rende la lucidatura durevole è quello di preparare una soluzione di cera naturale con benzina o trementina o acquaragia in parti uguali. Si stende a pennello sul legno e successivamente si applica a tampone uno strato sottile di cera solida. Dopo qualche giorno di riposo si spazzola la superficie e si lucida con un panno di lana caldo. La cera rende al tatto il legno liscio e vellutato con una lucidatura poco brillante. La cera all’encausto è il metodo più utilizzato perché permette di avere un prodotto già completo e diluito di cere naturali e trementina. La gommalacca è un altro elemento naturale chimicamente simile ad un polimero sintetico, per tale ragione viene spesso chiamata plastica naturale. La gommalacca è una secrezione della femmina di insetto chiamato Keria Lacca, nativo delle foreste di Assam in Thailandia. Le secrezioni depositate sugli alberi vengono purificate e trasformate in gocce o scaglie ambrate. In commercio esistono soluzioni già pronte all’uso. La gommalacca conferisce una finitura lucida e piuttosto brillante, si stende con un tampone, ovvero con del cotone avvolto in un panno di lino, preferibile al panno di cotone perché secca meno rapidamente. La ricetta prevede una diluizione di 100/150 grammi di gommalacca in 1 litro di soluzione alcolica o con acetone, si lascia a riposo per 24 ore. La gommalacca si introduce nel cotone e non direttamente sul sacchetto di lino per controllare l’esubero di prodotto. I movimenti devono esser veloci e rotatori o lungo le venature per conferire uniformità alla stesura. Si devono passare almeno 4/6 mani, distanti qualche minuto l’uno dall’altra, per ottenere un risultato ottimale. E’ possibile anche miscelarlo ad additivi all’alcool per cambiare il colore originale del legno. La gommalacca conferisce naturalmente un colore ambrato ai colori chiari. In alternativa ai prodotti naturali che conferiscono l’aspetto originale del legno, esistono vernici all’acqua o a solvente che lucidano e colorano totalmente il legno.
Legno per Lavoretti più Venduto
Mettiamo a disposizione un elenco del legno per lavoretti più venduto online in questo periodo con il relativo prezzo.
Ultimo aggiornamento 2024-09-13 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API